Simone Massi
“Scene dentro noi”, trenta disegni a olio su carta per il primo di una nuova serie di libri editati e prodotti dalla Galleria Tricromia. Un nuovo progetto in controtendenza, per rendere il libro più materico e unico, che rimarca il dissenso verso una fruibilità superficiale. Il Libro d’Artista lo fa l’Artista, e così si è messo a disposizione di quest’ultimo un contenitore, un mezzo, da personalizzare liberamente. L’opera che contiene è un corpo unico e unico è l’esemplare al suo interno.
Simone Massi “Scene dentro noi” prefazione di Luca Raffaelli
Ci sono odori che sono dentro di noi. Non sappiamo neppure se li abbiamo mai percepiti, ed eventualmente quando. Magari è accaduto negli anni in cui le esperienze contano e non si ricordano. Oppure no. Oppure sono odori che vengono da più lontano, odori dei nostri padri e madri, dei nostri nonni, odori di terre antiche e di epoche lontane. Odori di fotografie senza età, con i bordi mangiati dal tempo, con la carta ingiallita, con le scene sbiadite. Perché ci sono anche scene che sono dentro noi. Che non sappiamo bene se le abbiamo viste davvero, se davvero c’eravamo. Eppure sono dentro, non c’è dubbio, anche se non le conosciamo, anche se non le ricordiamo davvero. E poi ci sono i caldi, i freddi e i venti, e i raggi del sole che sono dentro di noi. C’è l’apertura di una porta di legno (bagnata dalla pioggia, forse) il cui suono (quello della cerniera che cigola) ci mette in contatto con qualcosa, perché c’è sempre qualcosa prima di una porta e qualcosa che la porta nasconde.
Simone Massi con i suoi disegni, con le sue animazioni, ci trasporta in un mondo che è suo e che è anche misteriosamente nostro, in cui riesce a mostrarci quello che altrimenti rischiavamo di perdere. Entriamo così, grazie a lui, in un luogo di memorie perdute, di meraviglie lontane, di attimi sospesi, di rivelazioni improvvise, di collegamenti con immagini sognate. Non ci prende per mano, non ci accompagna: piuttosto si permette di sussurrarci che forse abbiamo smarrito qualcosa, che un brandello di memoria potrebbe ricomporre un tassello all’interno del nostro mosaico di sensazioni e di emozioni che portiamo sempre addosso, che guida la nostra vita. Un uomo con il cappello si copre gli occhi con l’avambraccio per difendersi dal sole. Dove l’abbiamo già visto quell’uomo? E quel cappello? Siamo stati noi? E dove eravamo? Simone non era con noi, questo è certo. Eppure lui ha capito, anche in quel disegno, che da quell’immagine, da quell’emozione, nessuno è escluso.
Luca Raffaelli